CHIARA GENTILE – OSTETRICA

Iniziamo definendo il parto fisiologico. Si tratta dell’insorgenza di un travaglio in una gravidanza con una durata gestazionale compresa tra 37 e 41+6 settimane, confermata con datazione ecografia. Le linee guida definiscono una gravidanza protratta dopo le 42 settimane. Nel travaglio fisiologico il feto deve essere singolo, con presentazione cefalica. Altre condizioni sono l’assenza di patologie materne o fetali, una quantità di liquido amniotico regolare, membrane amnio-coriali integre o una rottura spontanea <24h con liquido amniotico limpido, una placenta normo-inserita, la presenza di un travaglio spontaneo ed un peso fetale stimato tra 2500 e 4000 g.
Il travaglio di parto viene suddiviso in tre stadi.

I STADIO

Può essere distinto in una fase latente, in cui si assiste al raccorciamento ed infine appianamento del collo uterino, ed in una fase attiva, in cui si assiste alla dilatazione dello stesso. Nella fase attiva viene fatta diagnosi di travaglio. Questa è caratterizzata da contrazioni regolari, cioè 3 contrazioni in 10 minuti, uguali di intensità e con una durata di almeno 40 secondi e un collo dell’utero appianato, dilatato 3cm.
Durante questo stadio la donna è libera di assumere la posizione che preferisce, quella che l’aiuta nella gestione del dolore. L’ostetrica, durante il travaglio, può suggerire le posizioni che aiutano a “facilitare” il travaglio. È preferibile evitare la posizione supina e se la donna desidera riposare nella pausa tra le contrazioni è suggeribile la posizione sul fianco sinistro.

È bene affrontare il travaglio in forze e ben idratati. A tale scopo la donna può nutrirsi durante il travaglio, assumendo di preferenza alimenti facilmente digeribili e soprattutto liquidi.
Infine un ottimo aiuto prima dell’eventuale esecuzione dell’anestesia epidurale (per chi volesse farne ricorso) è rappresentato dall’utilizzo del bagno caldo. L’acqua calda è fondamentale nella fase latente. Essa fornisce un valido contributo nel rilassamento della donna e nella gestione di questa fase preparatoria.

II STADIO

Il secondo stadio è caratterizzato dall’urgenza della donna di spingere. Tale evento può non coincidere con la dilatazione completa, ma può anche essere successivo.
Questo stadio può essere suddiviso in una prima fase di transizione, nella quale la donna non avverte ancora il premito e si registra un rallentamento della dinamica uterina. La fase  di transizione permette di riposare prima della seconda fase attiva ove la donna avverte il premito e inizia il periodo espulsivo nella posizione più comoda alla paziente. Nel caso in cui le spinte dovessero risultare poco efficaci, si possono  provare diversi tipi di posizione, in modo da individuare quella migliore per l’espletamento del parto.

III STADIO

Si considera fisiologico un secondamento che avvenga entro 30 minuti dall’espulsione del feto, con una perdita di sangue inferiore a 500 millilitri.
Attaccare il bambino al seno materno può aiutare la fuoriuscita della placenta. La suzione del neonato, infatti, aumenta nella mamma il rilascio di ossitocina, la quale stimola le contrazioni uterine e favorisce il distacco della placenta.

POST PARTUM

Dopo la nascita, il bambino viene coperto con un panno caldo e appoggiato sul petto della sua mamma. Nel parto fisiologico il cordone ombelicale può essere tagliato dopo qualche minuto, quando smette di pulsare. Durante queste prime due ore di vita il bambino sta pelle a pelle con la mamma ed esegue il così detto skin to skin. Questo momento è importante per il benessere psicofisico della mamma e del neonato, per stabilire un contatto reciproco e una nuova modalità di relazione, per avviare precocemente ed efficacemente l’allattamento al seno. Durante queste 2 ore mamma e neonato vengono lasciati alla loro intimità, pur mantenendo l’ostetrica il monitoraggio dei parametri vitali di entrambi.

In seguito mamma e neonato verranno accompagnati in camera di degenza dove avverrà il roaming-in, cioè condivideranno la stessa stanza e staranno a stretto contatto 24 ore su 24 per cominciare da subito a conoscersi reciprocamente. Naturalmente, in caso di necessità, la mamma potrà richiedere in ogni momento l’assistenza dell’ostetrica, del ginecologo, dell’infermiera pediatrica o del neonatologo.