ANDREA LEMBO, PAOLO NUCCI – OCULISTA

 

Spesso, durante la visita dall’oculista, le mamme hanno tanti dubbi irrisolti, domande che restano silenziose, poiché la timidezza gioca brutti scherzi. Non ci sono domande da non fare, sono le risposte chiare a fare la differenza. Proviamo a rispondere insieme ad alcuni dubbi che si presentano quando una mamma è in dolce attesa, e soprattutto nei primi anni di vita dei bambini.

Perché durante la gravidanza peggiora la vista? Se sono miope, devo aggiornare gli occhiali?

La miopia è il difetto refrattivo più diffuso nella popolazione generale. Si registra in progressivo aumento a causa di fattori ambientali per così dire “miopizzanti”, come il near-work sui tablet o sui libri a distanze troppo ravvicinate e le giornate passate sotto le luci artificiali. In passato, alcuni studi avevano proposto che durante la gravidanza potesse esserci un peggioramento della miopia, o comunque una variazione dello stato refrattivo. Succedeva così che, durante la gestazione, le donne fossero spesso indotte ad aumentare il potere degli occhiali, per poi ritrovarsi con una correzione “troppo forte” alla fine del periodo dell’allattamento. Uno studio pubblicato nel 2017 su Eye, con un follow-up di 14 anni su più di diecimila donne, ha rilevato che tutto questo non è corretto. I precedenti lavori si basavano infatti su brevi follow-up o piccoli campioni di popolazione.

La gravidanza non è dunque un chiaro fattore di rischio per la miopia, ed in questo periodo non avvengono cambiamenti fisiologici definitivi che peggiorano l’errore refrattivo.

Di conseguenza è opportuno posticipare l’aggiornamento degli occhiali a qualche mese dopo il parto. Allo stesso modo, procedure correttive come la chirurgia refrattiva mediante laser andrebbero evitate durante la gravidanza. Secondo alcuni studi sarebbe bene attendere fino a un anno dopo il parto. Lo studio pubblicato su Eye è addirittura in controtendenza con quanto comunemente creduto. La gravidanza e la progressione miopica sembrano infatti legate in modo inversamente proporzionale. Per quanto riguarda la miopia, i principali fattori di rischio restano l’età ed una commistione di fattori genetici e ambientali. Per questo motivo la miopia è descritta come un disordine multifattoriale.

La sensazione di peggioramento della vista percepita dalla mamma in gravidanza, dunque, è prodotta da un insieme di modifiche a livello del sistema cardiovascolare, ormonale, metabolico e immunologico, il cui adattamento in qualche modo agisce temporaneamente a livello del sistema oculare. Alcuni autori infine suggeriscono che la ritenzione idrica del periodo gravidico induca dei cambiamenti sullo spessore e sulla curvatura della cornea. La conseguente modifica dell’indice di rifrazione corneale potrebbe essere responsabile della sensazione di vederci “peggio”.

 

Sono molto miope, sono costretta al parto cesareo? Esistono condizioni oculari che controindichino al parto naturale?

Molti ginecologi, di fronte ad una mamma miope, consigliano la visita oculistica con un preciso quesito: esiste la controindicazione al parto naturale? Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento della frequenza dei tagli cesarei. Questo non rappresenta solo un problema di carattere economico per il nostro sistema sanitario, ma anche un rischio in più per la mamma ed il bambino, qualora la chirurgia non sia strettamente necessaria. I rischi per la mamma comprendono infezioni, sanguinamento, complicazioni derivanti dall’anestesia, oltre ad un possibile bisogno di trasfusioni.  Il bambino nato da parto cesareo è maggiormente a rischio di parto prematuro e problemi respiratori. Nessun allarmismo al riguardo, ma solo qualche precisazione.

Secondo alcuni studi, le malattie dell’occhio sono una delle principali ragioni non ostetriche per l’esecuzione del parto cesareo. I problemi agli occhi riportati durante la gravidanza comprendono errori di refrazione, retinopatia diabetica, distacco di retina e glaucoma. Quando si parla di occhi, siamo tutti molto sensibili all’argomento e spaventati. Talvolta siamo portati a credere che il riflesso di Valsalva che si verifica durante il parto naturale possa rompere un equilibrio oculare precario, pertanto si è supposto che le donne in gravidanza cerchino inconsciamente una ragione per evitare il parto naturale. Da questo, come dicevamo, aumentano le consultazioni con gli oftalmologi sulla necessità di un parto cesareo nelle pazienti con disordini oculari.

Non esiste una risposta univoca al riguardo, nessuno si espone davvero, per non andare incontro a problemi di carattere medico legale. Dagli studi presenti, sappiamo soltanto che:

le ragioni più comuni di carattere oftalmologico per raccomandare un parto cesareo sono un precedente trapianto di cornea, la miopia elevata e alcuni disturbi retinici come una storia di distacco della retina.

Ad oggi non esiste un’evidenza scientifica certa che un problema oculare possa essere esacerbato dallo sforzo derivante dal parto naturale. Pertanto ogni singolo caso deve essere demandato allo specialista competente. Esistono invece elementi consolidati che mettono d’accordo ginecologi e oftalmologi. Alcune malattie retiniche sono più comuni durante la gravidanza come la corioretinopatia sierosa centrale. Alcune altre possono aggravarsi durante la gravidanza, ma non è generalmente accettabile raccomandare l’aborto per tali motivi. D’altra parte, ricordiamo che alcune condizioni patologiche come l’autoimmunità (es. uveiti e congiuntivite allergica) e l’elevata pressione intraoculare (IOP) possono migliorare durante la gravidanza.

In conclusione, anche se gravidanza, parto naturale e allattamento al seno hanno vari effetti fisiologici e patologici su diverse parti del corpo compresi gli occhi, e sono considerati eventi biologici stressanti, non sembra logico attribuire queste modifiche al tipo di parto e considerare un parto naturale più stressante per il fisico rispetto al taglio cesareo. E’ consigliabile che le donne in gravidanza (specialmente in presenza di una patologia di base come diabete o ipertensione) siano sottoposte a esami oculistici periodici completi.