FRANCESCO CAPOBIANCO – GINECOLOGO OSTETRICO

La gravidanza fisiologica ha per convenzione una durata di 9 mesi, 40 settimane. Può tuttavia concludersi prima della sua scadenza o procrastinarsi oltre, fino alla 41esima settimana + 3 giorni, limite dopo il quale si parla di ‘gravidanza oltre il termine‘.

In caso di gravidanza fisiologica la gestante necessita solo di controlli periodici al fine di monitorare il decorso ed eventualmente individuare precocemente quelli che possono essere i campanelli d’allarme di una patologia per cercare di prevenirla o curarla per tempo.
Che si tratti di prima o ennesima gravidanza il monitoraggio risulta il medesimo ed a cadenza mensile.

 

I controlli periodici

In tale occasione il medico ginecologo curante raccoglierà l’anamnesi prossima della gestante, valuterà i suoi parametri vitali e l’incremento di peso, valuterà gli esami ematochimici eseguiti e ne prescriverà di nuovi per l’incontro successivo. Questi esami servono a valutare il benessere della donna, segni di infezione, la funzionalità multiorgano, l’immunità per le principali infezioni materne dannose per il feto.

Seguirà la visita ginecologica-ostetrica per la valutazione dei genitali e della cervice uterina, la quale deve risultare conservata e continente nel corso di tutta la gravidanza.

Chiaramente l’attenzione del ginecologo sarà rivolta anche al benessere del bambino  tramite l’ausilio dell’ecografia fetale. Questo strumento permette di rilevare le dimensioni e la morfologia del feto, apprezzarne il battito cardiaco, determinare i flussi ombelicali e delle arterie uterine, la quantità di liquido amniotico, la normalità d’inserzione placentare e l’assenza di possibili parziali distacchi.

É buona pratica che il tutto venga mensilmente riportato su di una cartella ostetrica per avere facilmente sott’occhio l’intera evoluzione della gravidanza in questione.

 

Gli altri esami necessari

Al calendario dei controlli mensili si affiancano tre ecografie ostetriche trimestrali, eseguite rispettivamente nei tre trimestri (ridatazione, morfologica, accrescimento), la curva da carico glicemico 75 gr e lo screening prenatale (bitest, villocentesi, amniocentesi, ricerca di DNA fetale su sangue materno). Quest’ultimo dipendente dall’età materna e dalla famigliarità o meno per patologie genetiche materne e paterne. Lo specialista ginecologo deciderà quali test di screening prenatale eseguire, non necessariamente tutti.

 

Il prericovero

Presso il termine della gravidanza, a circa 36 settimane, sia che si prospetti un parto spontaneo sia un taglio cesareo, la gestante eseguirà un prericovero in ospedale. Il prericovero consiste in una valutazione finale del benessere materno e fetale e in una preparazione all’evento del parto. In questa occasione vengono eseguiti esami ematochimici, elettrocardiogramma, visita ostetrica con ausilio dell’ecografia e visita anestesiologica.

 

E se supero le 40 settimane?

Superata la data presunta del parto la gestante si recherà nella struttura ospedaliera ogni 3 giorni per effettuare un monitoraggio cardiotocografico ed ecografico del liquido amniotico per la valutazione del benessere fetale.  Giunti al termine ultimissimo di 41 + 3 settimane la gravida verrà ricoverata  per l’induzione farmacologica al travaglio di parto.  In caso di fallimento dell’induzione si procederà con il taglio cesareo.

Il calendario in sintesi:

⁃ 8-10 w Ecografia Ridatazione
⁃ 11-13 w DNA fetale
⁃ 11-12 w Villocentesi
⁃ 12-14 w Bi Test
⁃ 15-16 w Amniocentesi
⁃ 18-22 w Ecografia Morfologica
⁃ 24-26 w Curva glicemica
⁃ 30-32 w Ecografia Accrescimento
⁃ 36-37 w Prericovero

Tanti step per 9 mesi sicuramente impegnativi, ma che porteranno ad un premio di inestimabile valore.