CARLOTTA CORNIA – AVVOCATO

Sempre più frequentemente, al giorno d’oggi, le relazioni finiscono ma è proprio da queste relazioni che nascono le nostre ragioni di vita: i nostri figli.

Cosa fare quando la vita di coppia diventa insostenibile e stare insieme è più deleterio che separarsi, specie per i figli?
Ecco qualche semplice informazione che può servire per iniziare a capire come muoversi.
La prima distinzione da fare è tra coppie sposate e coppie di fatto.
Se i soggetti coinvolti sono legalmente sposati, parliamo di separazione legale. Questa può avvenire in modo consensuale o giudizialmente.
Quando una coppia sposata decide di separarsi di comune accordo e in maniera più o meno serena, si parla di separazione consensuale.

La separazione consensuale:

Significa che sulla base dell’accordo delle parti, verranno disciplinati più o meno minuziosamente, tutti i rapporti tra i componenti della famiglia.
In linea generale:
  1. si parlerà di affido condiviso che significa “affidamento a entrambi i genitori con collocazione preferenziale presso la madre”  (o il padre, anche se oggettivamente meno frequente), che resterà con i figli nella casa coniugale.
  2. andranno disciplinati i momenti e i giorni all’interno della settimana e del mese in cui i figli staranno con il genitore con cui non vivono quotidianamente.
  3. si stabiliranno delle regole per tutte le vacanze comprese quelle estive, le festività e gli eventuali ponti.
  4. verrà stabilito l’importo che il genitore con cui non vivono i figli verserà mensilmente e come di consuetudine per n. 12 mensilità, all’ex coniuge a titolo di mantenimento ordinario per i figli. Prevedendo altresì che tutte le spese straordinarie vengano invece sostenute al 50% dai genitori.
Quanto sopra in linea generale perché possono esserci anche altri aspetti da cristallizzare come mutui, finanziamenti, auto o proprietà comuni che variano da famiglia a famiglia.
La separazione consensuale si ottiene depositando un ricorso presso la Sezione Famiglia del Tribunale competente contenete tutti i dati dei coniugi, dei figli e tutte le clausole di cui sopra. Il ricorso viene assegnato dalla Cancelleria di Sezione a un Giudice che fissa l’udienza di comparizione personale dei coniugi durante la quale lo stesso ‘tenta la conciliazione’ (che di solito, neanche a dirlo, non riesce) e successivamente omologa la separazione.
I coniugi possono fare questa procedura o ‘da soli’, senza avvocato, o con uno stesso avvocato o entrambi con un legale di fiducia.
La procedura sopra descritta, a Milano, si esaurisce di solito entro 4-6 mesi dal deposito del ricorso.

La separazione giudiziale:

Quando invece, per ragioni varie, l’accordo tra i coniugi sulla separazione o su alcuni aspetti della separazione, non c’è, si parla di separazione giudiziale. In questo caso non è possibile fare un esempio generico in quanto non essendoci accordo, ogni aspetto viene discusso.
In linea di massima il ricorso con le ragioni e le richieste di uno dei due coniugi deve essere anche notificato al coniuge che non ha attivato la procedura e che avrà un termine per costituirsi a mezzo di legale. Qualora non si trovi un accordo nemmeno in questa fase inizierà un vero e proprio giudizio con memorie e varie udienze. Al termine, il Giudice deciderà.
In questo caso i coniugi devono necessariamente farsi assistere ognuno da un legale di fiducia. La procedura sarà molto più costosa in quanto più lunga e complessa.

E nelle coppie di fatto?

Quando si parla di coppie di fatto cambia poco rispetto a quanto sopra in quanto vengono disciplinati gli stessi argomenti. Si parla, in caso di accordo tra le parti, di “ricorso per l’affidamento e mantenimento di figli minori nati fuori dal matrimonio”. Questa procedura è lievemente più snella rispetto a quella sopra descritta per la separazione consensuale. Infatti il Giudice al quale viene affidata la procedura non fissa l’udienza di comparizione dei genitori ma, se ritiene che le condizioni proposte di comune accordo siano corrette, emette direttamente decreto di omologa. Questa procedura può esaurirsi anche in soli due mesi dal deposito del ricorso.
In ogni caso, quando una relazione finisce, è bene recarsi da un avvocato di fiducia per farsi indicare tutte le possibilità concrete e riferibili al caso di specie al fine di scegliere insieme come procedere ma anche tutto ciò che è opportuno fare prima di arrivare a compiere un passo così importante.
Spesso infatti, i legali che si occupano di separazioni lavorano in team con psicologi che aiutano la (non più) coppia nella gestione della famiglia e sopratutto dei figli nel più che difficile momento della separazione.