LAURA CERMINARA – LOGOPEDISTA

Segue dalla prima parte: “Prime parole – Favorire lo sviluppo del linguaggio

Proseguiamo l’esplorazione delle diverse strategie da adottare con i nostri bambini per stimolare lo sviluppo del loro linguaggio.

Seguite il vostro bambino 

Le attività giornaliere creano le migliori opportunità per imparare a parlare. Più il bambino verrà coinvolto e avrà un ruolo attivo, più voi potrete rispondere seguendo le sue iniziative. Questo accrescerà la sua sicurezza e la sua abilità comunicativa. Come aiutarlo?

Rispondete immediatamente con interesse

Se il bambino manda un messaggio di qualunque tipo, uno sguardo, un suono, un sorriso, un movimento del corpo, un gesto o una parola, fate o dite qualcosa per fargli capire che avete recepito il suo messaggio. Rispondere immediatamente e con entusiasmo lo incoraggerà a rispondervi a sua volta. I bambini sono attratti dalle facce sorridenti e il vostro sorriso è un modo meraviglioso per dimostrare al bambino che siete interessati a lui.

Quando rispondete, accertatevi di rispondere a quello a cui il bambino è interessato e non a quello che voi pensiate sia interessante. I motivi per cui vanno seguiti gli interessi del bambino sono semplici:

  • è più felice di parlare di qualcosa che davvero lo affascina;
  • imparerà più facilmente quando le vostre risposte sono collegate al suo messaggio;
  • è molto difficile per lui spostare la sua attenzione da ciò che gli interessa verso ciò che interessa voi.

Unitevi a lui e giocate divertendovi

Unirsi al gioco è uno dei modi migliori per seguire il bambino nel suo ruolo di guida, creando molte opportunità per divertirsi e comunicare. Ricordate di giocare come sta facendo lui, non cambiate gioco. I bambini piccoli spesso giocano senza uno schema, perciò non vi preoccupate di che cosa succederà dopo o se lui non sta giocando nel modo “giusto”. Seguite l’istinto e state in contatto con vostro figlio. Guardate i giocattoli con gli occhi di un bambino, mettetevi sul pavimento con lui e divertitevi!

Usate suoni e parole divertenti

Ai bambini piacciono i suoni che sono divertenti sia da sentire che da riprodurre. Questi suoni sono facili da ricordare e da capire, perché vengono emessi con più animosità e spesso sono anche accompagnati dai gesti, perciò cercate di usarli per enfatizzare ciò che state facendo. Se state scivolando insieme su uno scivolo al parco “Uiiiiii” è una parola divertente da dire. Se state cercando di mettere una bambola a dormire, dite “Shhhhhh” e mettete un dito sulle labbra. Quando c’è un grosso rumore, o qualcosa cade, fate “Boooom!”; se qualcosa va storto dite “Oh-oh” o “Ops!” mentre mettete le mani sulla testa; quando toccate una ferita vostra o del bambino dite “Ai-ai!” perché questo attira sempre l’attenzione dei bambini. Se volete scatenare la loro ilarità provate con “Bleeee!” detto con un’espressione esagerata di disgusto e ci sarà da divertirsi!

Fate domande…ma non troppe e solo quelle giuste!

Domande a scelta

Le domande a scelta permettono al bambino di scegliere fra due cose. Sono le prime a cui lui è capace di rispondere e gli danno una sensazione di controllo, che lo incoraggia a comunicare di più. Le domande a scelta più facili sono quelle che riguardano oggetti reali, perciò all’inizio è meglio usare segnali visivi, in modo che il bambino possa rispondere anche semplicemente indicando o guardando ciò che vuole. 

Queste domande possono anche essere un valido aiuto in situazioni “difficili”. Per esempio, immaginate di essere fuori per una passeggiata con vostro figlio. Lui non vuole sedersi sul passeggino ma è stanco di camminare, quindi si siede per terra e si rifiuta di muoversi. Potete evitare grandi battaglie dandogli due scelte: “Vuoi camminare…o stare nel passeggino?”. Usate frasi corte, rallentate il modo di parlare, enfatizzate le parole importanti e usate aiuti visivi, come indicare il passeggino, poi aspettate la sua scelta. Se non sceglie, lo farete voi per lui, ma almeno gli avrete dato l’opportunità di farlo.

Domande sì/no

Questo genere di domande rappresentano una modalità per comunicare con i bambini anche prima che possano parlare, in quanto imparano presto a rispondere scuotendo la testa per il no e annuendo per il sì.

Domande semplici

Le prime domandine che vostro figlio sarà in grado di comprendere sono corte, semplici e iniziano con Cosa, Dove, Chi: ad esempio, Cos’è? Dov’è il tuo orsetto? Chi è alla porta? (ricordatevi, però, di non usare troppo spesso la domanda “Cos’è questo?”). Pian piano il bambino inizierà a capire anche le domande che iniziano con Perché e, infine, quelle che iniziano con Quando e Come.

Fare delle domande può aiutare vostro figlio nella comunicazione, ma quando le domande sono troppo insistenti possono portare all’interruzione della conversazione; in particolare si devono evitare le domande:

– fatte per mettere il bambino alla prova;

– troppo difficili per lui;

– che non hanno nulla a che fare con ciò a cui è interessato;

– alle quali non abbia il tempo di rispondere;

– retoriche, che si rispondono da sole.

Quindi, è importante fare domande che il bambino capisca, a cui sia in grado di rispondere, con o senza parole, e che dimostrino il vostro interesse per lui.

Per limitare il numero di domande che fate, potete provare a trasformare alcune di queste in commenti o affermazioni, ad esempio, invece di dire: “Cos’è questo? È un uccellino?” si può dire: “Ciao uccellino!”. Alternate le domande con i commenti. Per ogni domanda che fate a vostro figlio, provate a fare almeno due commenti.

L’importanza del turno

Aiutare il bambino a prendere il turno serve a proseguire più a lungo l’interazione. Per farlo provate ad adeguare i vostri turni a quelli di vostro figlio: adeguatevi alla lunghezza del suo turno (che probabilmente sarà breve, quindi rendete anche il vostro breve e semplice), adeguatevi al ritmo di vostro figlio (andate piano e aspettate un po’ più a lungo di quanto siete abituati a fare, per dargli il tempo di capire e rispondere) e, come sempre, adeguatevi ai suoi interessi (focalizzatevi su qualcosa che gli piaccia).

I bambini hanno bisogno di tempo per imparare come prendere il turno nella conversazione. L’unico modo in cui vostro figlio può imparare è attraverso l’interazione con qualcuno che lo supporti e glielo renda più semplice. Potete fornirgli dei segnali per fargli prendere il turno, fino a quando non imparerà a farlo da solo. Uno dei segnali migliori è il semplice atto di aspettare, ma a volte può non bastare. Allora potete dargli un segnale usando le vostre espressioni facciali e il linguaggio del corpo, ad esempio:

  • guardandolo attentamente,
  • aprendo bene gli occhi e alzando le sopracciglia (espressione di attesa),
  • sorridendo o annuendo con la testa per incoraggiarlo,
  • indicando con il vostro dito qualunque cosa abbia catturato il suo interesse,

dopo di che, aspettate per 5 o 10 secondi. Se risponde a questi segnali, usateli spesso, assicurandovi sempre che vi stia guardando.

Usate le routines

Pensate a tutte le cose che fate con vostro figlio in un giorno normale: vi svegliate, vi vestite, fate colazione, lo accompagnate al nido o alla scuola dell’infanzia, lo portate al parco o a fare compere con voi, magari preparate insieme la cena, gli fate il bagnetto, cambiate il pannolino o lo accompagnate in bagno, gli fate fare la nanna. Attività come queste, che accadono più o meno nella stessa maniera ogni giorno, sono chiamate routines e sono occasioni perfette per imparare a prendere il turno nella comunicazione e a conversare. Tutte le routines hanno quattro cose in comune:

  • sono composte da una serie di tappe precise;
  • iniziano e finiscono sempre nello stesso modo ogni volta e i passaggi intermedi sono sempre ripetuti nello stesso ordine;
  • sono ripetute molte volte, perciò il bambino ha la possibilità di capirne tutti i passaggi e di imparare le parole, i suoni e i gesti che fanno parte di ognuno di questi momenti;
  • le persone nelle routines hanno ruoli specifici.

I giochi sociali, ad esempio, sono routines di gioco che coinvolgono solo voi e il vostro bambino senza nessun giocattolo. Alcuni esempi sono il gioco del cucù-settete, nascondino, acchiapparella e il solletico. Questi giochi sono molto divertenti per il bambino perché hanno un punto di arrivo (“Ti ho preso!”) o un momento cruciale, e ciò lo aiuta a prendere il turno. Alcuni bambini imparano le prime parole proprio in questi giochi. 

Le canzoni e le filastrocche sono altri tipi di routines che possono aiutare i bambini ad imparare a rispettare i turni; in particolare quelle piene di movimenti (come, ad esempio, “La macchina del Capo” e “Se sei felice e tu lo sai”) o di suoni onomatopeici (come “Nella vecchia fattoria”) piacciono molto ai bambini e sono delle vere e proprie opportunità di apprendimento. Il bambino può imparare a prevedere i gesti, le parole e i suoni che ha visto e sentito tante volte e, in seguito, potrà usarli da solo.

Potete perfino provare a inventare una routine solo per voi e il vostro bambino. Inserite momenti divertenti nelle routines familiari, ripetendoli più volte, assicurandovi che entrambi rispettiate i turni. Ecco come fare:

  • iniziate sempre allo stesso modo: date alla vostra routine un nome facile e usatelo ogni volta che la iniziate;
  • non dimenticate il turno di vostro figlio, pianificandolo sempre: potete inserirlo alla fine della routine prima che ricominci, appena prima del momento clou o del ritornello, oppure quando fate una pausa durante la routine; quello che il bambino dice o fa per prendere il turno dipenderà dal suo livello comunicativo e dalla situazione;
  • ripetete le stesse azioni, suoni e parole: pensate alla vostra routine come a una serie di passaggi e seguiteli nello stesso modo ogni volta;
  • eseguite sempre lo stesso finale, poiché il bambino ha bisogno di sapere quando la routine è finita.

Le routines sono divertenti, ma non sempre a vostro figlio andrà di farle. Non vi preoccupate! Se qualcosa al di fuori della routine cattura il suo interesse, siate pronti a interrompervi e seguire quello che lui vi propone.

Continuate a divertirvi con il gioco di finzione

Tra i 18 e i 24 mesi circa i bambini iniziano ad usare la finzione nei loro giochi. Fanno finta che i loro oggetti siano reali, per esempio fanno finta di parlare alla nonna con il loro telefono giocattolo. Il gioco di finzione è una grande occasione per unirsi a loro. Impersonate un ruolo, comportatevi come il personaggio che state facendo finta di essere e rendete il gioco divertente! Mentre seguite vostro figlio nell’interazione, arricchite il linguaggio nelle conversazioni, senza mai correggere direttamente il bambino se sbaglia, ma facendogli da modello positivo.

 

Fonte:

J. Pepper, E. Weitzman (2017) Parlare un gioco a due, The Hanen Program