Naso che cola, starnuti incessanti, prurito a gola e occhi. Questi sono i sintomi classici dell’allergia.
La sintomatologia varia per intensità e durata da persona a persona a seconda della stagione e degli allergeni cui siamo sensibili. Le manifestazioni che ‘sbocciano’ in primavera sono generalmente provocate dall’esposizione a pollini. In autunno ed inverno prevalgono le muffe, più persistenti durante l’anno sono invece i sintomi causati da acari della polvere ed epitelio di animali.
La rinite allergica non va considerata come un raffreddore un po’ più lungo, ma piuttosto come una condizione che ‘pesa’ sulla qualità della vita attuale e futura del bambino. L’atteggiamento più frequente è infatti quello di limitarsi a assumere farmaci che controllino i sintomi sottovalutando la disregolazione immunitaria che sta alla base dell’allergia. Sottovalutando i primi sintomi di allergia si rischia di intraprendere la strada che gli allergologi definiscono ‘marcia allergica’ e che può condurre a patologie gravi come l’asma bronchiale cronica.
Cosa fare?
La visita allergologica pediatrica è un passaggio obbligato per poter identificare le cause dell’allergia e valutare il miglior approccio terapeutico per ogni singolo caso. L’allergologo può avvalersi di test cutanei (prick test) e di laboratorio (IgE specifiche RAST) per identificare le cause. Questi esami possono rilevare l’allergia già in bambini di 2 o 3 anni e possono essere eseguiti anche in presenza di sintomi. Un altro strumento di cui dispone l’allergologo è la spirometria o test di funzionalità respiratoria. La spirometria, eseguibile in bambini collaboranti, dai 5-6 anni di età, é in grado di evidenziare quelli con asma e permette di seguire l’evoluzione nel tempo della malattia.
Nel momento in cui fosse identificato l’allergene o gli allergeni che provocano i sintomi, il primo approccio possibile è quello di limitare al minimo l’esposizione.
In caso di allergia ai pollini é possibile consultare bollettini online relativi alla quantità di pollini presenti nell’aria in una determinata località. Inoltre é consigliabile evitare prati appena tagliati e la sosta in prossimità degli alberi cui siamo allergici, durante la loro fioritura. In auto viaggiate con l’aria condizionata dotata di filtro anti-polline piuttosto che con i finestrini abbassati. Evitate le ore centrali della giornata per fare sport all’aria aperta e per ventilare la casa.
Se siete allergici alle muffe cercate di mantenere la casa asciutta utilizzando un deumidificatore, areando bene gli ambienti, bonificando macchie visibili alle pareti, evitando piante con vaso.
Per limitare l’esposizione agli acari evitate tappeti, peluche, imbottiture, ripiani a giorno e soprattutto adottate coprimaterassi e federe antiacaro.
Non adottate animali domestici, ma nel caso già abbiano preso residenza, lavateli ogni due settimane ed evitate che soggiornino nelle camere da letto e sul divano.
La terapia
La terapia dei sintomi prevede l’utilizzo di farmaci quali:
⁃ antistaminici, efficaci nel ridurre il prurito, gli starnuti, l’ostruzione e il gocciolamento nasale
⁃ cortisonici, antinfiammatori, riducono l’edema della mucosa nasale e la secrezione mucosa
⁃ vasocostrittori, decongestionanti nasali spray
Infine, abbiamo a disposizione l’unica terapia in grado di curare l’allergia: l’Immuno-Terapia Specifica (ITS). Essa consiste nella somministrazione, mediante gocce sublinguali o iniezioni sottocutanee, di piccole dosi della sostanza cui siamo allergici al fine di indurre tolleranza da parte del nostro sistema immunitario.
Il trattamento deve essere ripetuto per almeno 3 anni e determina un significativo miglioramento dei sintomi in corso e dopo ITS in più del 70% dei casi. Inoltre questa terapia é in grado di ridurre il rischio di sviluppare nuove allergie e di evolvere da rinite allergica ad asma bronchiale cronica.
Anche una corretta alimentazione e il mantenimento di valori di vitamina D ottimali possono contribuire a modulare la risposta allergica e migliorare i sintomi.
3 Comments
Doriana
Anche una ipertrofia adenoidea in una bimba di 4 anni può essere ascrivibile a o essere il campanello di allarme per una allergia? Niente muco, ma infiammazione persistente.
Grazie per questo articolo
Dr Marco Nuara
L’ipertrofia adenoidea è raramente riferibile alla patologia allergica. Piuttosto a volte si può confondere la congestione nasale da allergia con una ipertrofia delle adenoidi. In entrambi i casi è compromessa la ventilazione nasale e il bambino respira con la bocca aperta.
In questi casi la visita dello specialista otorinolaringoiatra è dirimente.
Doriana Boschelli
Grazie caro dottore della risposta. Abbiamo evitato la frequentazione della scuola e prenotato visita orl. Ora la bimba respira decisamente meglio, ma viste le ultime otiti (3 in due mesi) e lunghi cicli antibiotici abbiamo deciso comunque di farla. A presto